Le iniziative per aiutare la scienza nella lotta alla malattia malattia
neurologica che conta 50 milioni di pazienti in tutto il mondo e, solo in Italia, colpisce
500mila persone
«La solidarietà si propaga.
#liberalaricerca»: è questo lo slogan scelto dalla Lice Lega Italiana Contro
l’Epilessia per celebrare oggi 10 febbraio, la giornata mondiale dell’epilessia febbraio, dedicata
a questa malattia neurologica che conta 50 milioni di pazienti in tutto il
mondo e colpisce 500mila italiani di ogni età. In tutto il paese, i monumenti
si illumineranno di viola, simbolo di lotta contro stigma e pregiudizi che
ancora avvolgono questa malattia. Uno su tutti, il Colosseo.
Il comune denominatore di questa
malattia complessa sono le crisi epilettiche ripetute nel tempo, caratterizzate
da un’improvvisa anomala attività elettrica cerebrale, non provocata da cause
transitorie, che può coinvolgere solo una parte circoscritta del cervello o
vaste reti estese ad entrambi gli emisferi. Le crisi possono quindi causare
sintomi molto diversi, che vanno dai movimenti involontari, ai comportamenti
insoliti fino alle convulsioni generalizzate con perdita di coscienza. Le
epilessie si possono gestire, soprattutto se si riesce a tenere sotto controllo
le crisi e avere così una buona qualità di vita. Ma un terzo dei pazienti non
raggiunge questo obiettivo perché non risponde ai trattamenti farmacologici. La
farmacoresistenza è uno dei problemi ancora irrisolti per questi pazienti ed è
per questo che la ricerca di farmaci dai nuovi meccanismi d’azione è da
sostenere.
«La ricerca scientifica ha fatto
enormi passi avanti nella diagnosi e nella cura, ma c’è ancora tanto da fare,
soprattutto per quelle forme di epilessia farmaco-resistente di cui soffre il
30% dei pazienti» ha commentato il Professor Oriano Mecarelli, Presidente LICE,
Dipartimento di Neuroscienze Umane La Sapienza (Roma). «Il fatto che le crisi
arrivino spesso senza alcun preavviso, potendo provocare traumatismi o altri
tipi di conseguenze negative rende le persone con epilessia insicure, ansiose e
dipendenti dagli altri. Ma non tutti possono contare sull’aiuto di una persona
cara e l’assistenza socio-sanitaria sul territorio è ancora molto carente».
Secondo le stime, in Italia ogni
anno si verificano 86 nuovi casi di epilessia nel primo anno di vita, 20-30
nell’età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni. Alla base dell’alto tasso di
incidenza nel primo anno di vita ci sono soprattutto fattori genetici e rischi
connessi a varie cause di sofferenza perinatale, mentre per gli over 75 la
causa risiede nel concomitante aumento delle patologie epilettogene legate
all’età, come ictus cerebrale, malattie neurodegenerative, tumori e traumi
cranici.